mercoledì 16 marzo 2011

Fukushima, danni al cuore del reattore 2

Imbeccato dal commentatore "argomentopercaio", che ringrazio per l' ottimo spunto attualissimo, ho pensato di trasportare i suoi commenti in questo nuovo post.

Da Il Fatto quotidiano (16/03/2011):
Prima vittima italiana del disastro nucleare giapponese: da cinque giorni non si hanno più notizie di Oscar Giannino, editorialista di Panorama, Messaggero, Gazzettino, Mattino, Radio 24. Precisamente da sabato, quando sulla prima pagina del quotidiano romano del costruttore Caltagirone è apparso un suo commento dal titolo
definitivo: “Nucleare sicuro, è la prova del nove”. Sdegnato contro chi osava “diffondere e amplificare notizie sull’allarme nucleare”, il variopinto esperto sentenziava: “Orbene, se allo stato degli atti una
prima cosa si può dire, è che proprio la terribile intensità del fenomeno abbattutosi sul Giappone ci consegna una nuova conferma del fatto che, in materia di sicurezza di impianti nucleari, i passi in avanti compiuti negli ultimi decenni sono stati notevolissimi, tali da reggere nella realtà dei fatti, senza creare pericoli per ambienti e popolazioni” ecc. Insomma “le procedure automatiche d’arresto dei reattori si sono subitaneamente attivate” e “le centrali hanno tenuto”. Ergo “tentare di dimostrare che il nucleare non possiamo permettercelo è dimostrazione di crassa ignoranza tecnologica”. Purtroppo quel crasso ignorante tecnologico del premier Naoto Kan non legge il M e s s a g ge ro : infatti ha intimato ai residenti nel raggio di 30 km da Fukushima di evacuare di corsa o di barricarsi in casa. Nel frattempo il Giannino ha fatto perdere le sue tracce: fonti non confermate lo segnalano tutto fosforescente col costumino fucsia nel reattore 2, mentre fa l’aerosol e i tuffi nella vasca di raffreddamento. Il Messaggero lo rimpiazza prontamente con Alberto Clò (“Dal nucleare non si può prescindere”) ed Ennio Di Nolfo (guai a “trarre conclusioni frettolose e improvvisate. Sarebbe un esercizio futile”). Questi giganti del pensiero andrebbero spediti immantinente in Giappone come motivatori delle popolazioni in fuga.
Uno abita sotto una centrale, la sente esplodere tre volte a notte, vede uscirne simpatici funghi atomici e sarebbe quasi tentato di turarsi il naso e darsela a gambe. Ma ecco sull’uscio il professor Di Nolfo, giunto appositamente dall’Italia per ammonirlo: “Alt! Niente frettolose o improvvisate conclusioni, sarebbe esercizio futile. Faccia un bel respiro e si rilassi col Messaggero”. Dove si segnalano altri titoli memorabili: “Le emozioni influenzano le scelte dell’Occidente”, “Un incidente che frena il Rinascimento Nucleare”. Già, perché al confronto la Firenze di Lorenzo il Magnifico era Neanderthal. Del resto, rassicurano gli esperti del M e s s a g ge ro , le centrali italiane prossime venture avranno “un sistema ridondante di s i c u re z z a ”, con ben “quattro sistemi di raffreddamento” (più Oscar Giannino che succhia la mentina e soffia aria fresca); “il rischio che la nube giapponese arrivi in Italia è davvero remoto, vista la distanza molto elevata” (ma va?); e comunque anche in Giappone è tutto sotto controllo, anche se il governo giapponese non lo sa: “Nessuna fuoriuscita dal nocciolo, solo fughe radioattive di lieve entità”, per giunta “indotte dai tecnici degli impianti per far uscire il vapore in eccesso”. Due scoreggine, non di più. Intanto il Pompiere della Sera, che ha tra i suoi azionisti i costruttori Ligresti e Toti, ci regala un ardito calcolo di Massimo Nava: “È scientifico che il rischio zero non esista. Ma in Francia nessun grave incidente è avvenuto in 1450 anni (dato ottenuto moltiplicando 58 reattori per 25 anni di funzionamento medio ciascuno)”.

Ritengo che indipendentemente dalle ideologie politiche di ognuno di noi, quello che sta accadendo ad uno degli stati più tecnologicamente avanzati al mondo ci debba far riflettere. E molto. Riflettere sulla strada che anche l' Italia sta imboccando, quella del nucleare. Si sentono in questi giorni dichiarazioni di politici e ministri che sostengono che ormai non si può più fare dietro-front considerando gli investimenti già avviati.
E quindi la salute e la sicurezza di noi, come persone e come cittadini, varrebbero meno degli investimenti già avviati? Pensiamoci bene ragazzi a cosa vediamo nel nostro futuro ma soprattutto a cosa vediamo in quello dei nostri figli quando le centrali avranno qualche decennio di vita e verranno magari abbandonate.
Il 15 giugno saremo chiamati nuovamente a decidere se abrogare questa legge. Saremo noi quindi a decidere se vogliamo o meno il nucleare sul nostro territorio, come abbiamo già fatto nell' 87. Consideriamo in questa scelta che le centrali nucleari necessitano di molta acqua (per nostra fortuna quella della Seriola è troppo poca) e di zona a basso rischio sismico. Avete già capito dove voglio arrivare?!? La pianura padana sarà sicuramente in cima a tutte le liste...

Caio